Handel: Arianna in Creta, HWV 32

Ouvertüre
Sinfonia
Egeo, mio genitor (1. Akt)
Sinfonia
Qual funesto!
Mirami, altero in volto
Non si disperi
Dille, che nel mio seno
Deh! lascia un tal desio
Mà, non è questi Alceste?
Nel pugnar col mostro infido
Speriam; mà non si attenda
Tal' or d'oscuro
Non più, che l'amor tuo m'offende!
Quel cor che adora
Quel cor che adora
Della patria e de' miseri
Sdegnata sei con me
E mi lasciò il crudele
Adegno, amore
Oh patria! oh cittadini - Sol ristoro di mortali (2. Akt)
Disseratevi, o porte - Io ti tengo - Ah! che pur sogno ancor!
Salda quercia in erta balza
Alceste è qui, si tenti
Non ha diffesa
Il soccorer Carilda
Sò che non è più mio
Pensas, che di Carilda
Qual Leon che fere irato
Eh! la speme l'inganna
Narrargli allor saprei
Idolo mio!
Al' fine amore
Fuggiam, fuggiam!
Che se fiera poi mi nieghi
Numi! E voi lo soffrite!
Son qual stanco Pellegrin
Perdon ti chiedo
Se ti condanno
Ah! Silenzio spietato!
Bell' Idolo amato
Quel crudele di mè pietà non sente
Se nel bosco resta
Sinfonia (3. Akt)
Vorrai, dunque, oh Carilda?
Un tenero pensiero
Questa sola speranza
Par che voglia il ciel sereno
Ove son? Qual orrore?
Qui ti sfido, o mostro infame
Hò vinto! Grazie ai Numi
Turbato il Mar si vede
Se il Minotauri ei vinse
In Mar tempestoso
Di te in traccia nè vengo
Mira adesso questo seno
Meta del mio gior la più gradita
Bella sorge la speranza